Si può trarre insegnamento da qualunque cosa, anche da un manga, bisogna solo saper leggere tra le righe. In questo articolo, parliamo delle lezioni che è possibile imparare dall’anime e manga My Hero Academia e in particolare dal suo protagonista Izuku Midoriya, in arte Deku.
Prima di procedere però, alcune informazioni sul manga e il suo protagonista.
BOKU NO HERO ACADEMIA
My Hero Academia, dal titolo originale Boku no Hero Academia, è un manga shonen scritto e disegnato da Kohei Horikoshi. Per chi non lo sapesse, shonen vuol dire che è indirizzato principalmente ad un pubblico maschile di età compresa tra i 10 e 18 anni, però questo non vuol dire che sia precluso al pubblico femminile, anzi il contrario. Ad ogni modo, il manga è stato serializzato sul Weely Shonen Jump dal 7 luglio 2014. Da esso sono stati tratti due manga spin-off intitolati My Hero Academia Smash! e Vigilante: My Hero Academia Illegals, un anime che attualmente è arrivato alla quarta stagione, due episodi OAV, due lungometraggi My Hero Academia: The Movie – Two Heroes e My Hero Academia Heroes Rising, e due videogiochi.
LA TRAMA
La storia ruota attorno ai personaggi di Izuku Midoriya e l’eroe, simbolo della pace, All Might. Izuku è uno studente delle scuole medie che, in una società dove l’80% della popolazione possiede un potere denominato Quirk, ha avuto la sfortuna di nascere senza. Da sempre affascinato dagli eroi che popolano la società, il giovane senza poteri ha sempre voluto diventarne uno e seguire le orme del suo preferito All Might, alias Toshinori Yagi, l’eroe più forte e primo fra tutti. Nonostante la sua condizione, che lo rende bersaglio di continue prese in giro da parte dei suoi compagni di scuola, in particolare di Bakugou che lo chiama Deku, un dispregiativo che vuol dire “buono a nulla”, Midoriya non si arrende e un giorno il suo coraggio viene notato dal All Might che lo sceglie come suo successore, donandogli il suo Quirk: One for All. Da quel momento la vita del giovane studente cambia, ha la concreta possibilità di realizzare il suo sogno e sotto la protezione del suo idolo di sempre, divenuto suo mentore, riesce ad entrare nel prestigioso liceo per eroi U.A. Qui fa la conoscenza di nuovi amici, incontra nuovi reali e comincia il suo percorso per diventare l’eroe che ha sempre voluto essere.
IZUKU MIDORIYA ALIAS DEKU
Izuku Midoriya è un ragazzo di 16 anni, molto timido, disponibile ed educato. Inizialmente, a causa delle vessazioni che subisce, si presenta molto insicuro ma dopo l’ammissione al liceo U.A. comincia un percorso di crescita che lo porta ad acquisire più sicurezza e a reagire meno esageratamente alle situazioni. Essendo nato senza Quirk, Midoriya ha sviluppato una grande abilità di osservazione, riporta tutte le sue annotazione in dei quaderni. È infatti molto intelligente e in più di un occasione si dimostra un’abile stratega. È inoltre molto comprensivo e altruista, non esita a intervenire per salvare i suoi amici e chi si trova in difficoltà, anche se questo comporta mettere a rischio la sua vita. Ha anche un lato più sfacciato che emerge soprattutto in combattimento e che lo porta ad assomigliare a Bakugo che vede come l’incarnazione di come dovrebbe essere.
COSA SI PUO’ IMPARARE?
Quindi, quali sono le lezioni che si possono imparare da My Hero Academia e dal giovane Midoriya? Vediamo nel dettaglio.
NON ARRENDERSI MAI
La prima lezione che è possibile imparare è senza ombra di dubbio quella di non arrendersi mai., non importa quale sia la situazione, non bisogna mai tirarsi indietro ma continuare a lottare per ciò in cui si crede. Midoriya infatti, anche davanti all’ostacolo dell’essere senza un quirk, non si arrende e continua a inseguire il suo sogno, in ogni scontro si rialza sempre, arrivando anche a lottare con braccia e mani rotte. Sotto questo Izuku somiglia molto al protagonista di un altro manga molto conosciuto, che ha una storia per certi versi simile alla sua, stiamo parlando di Naruto Uzumaki. Chi ha letto il manga o visto l’anime sa, figlio dell’ex quarto Hokage di Konoha e dell’ex forza portante della Volpe a nove code, Naruto è stato fin da bambino considerato responsabile per la distruzione del villaggio e la devastazione causata dall’attacco della volpe poi sigillata in lui in un ultimo atto di sacrificio dei genitori, sempre allontanato e discriminato, è cresciuto solo con il sogno di diventare un giorno il ninja e l’hokage più forte. Ha lottato duramente per affermarsi, rialzandosi ad ogni caduta e non arrendendosi mai di fronte a niente, neanche di fronte alle prese in giro di chi non lo riteneva nemmeno una persona, facendosi amare e rispettare. Midoriya e Naruto in più di una occasione hanno avuto la testardaggine di continuare, di rimanere in piedi, riuscendo a far cambiare agli altri l’opinione che avevano di loro, seguendo il proprio ideale, il proprio credo.
USARE LA TESTA
Essendo nato senza un Quirk, Modoriya non ha avuto vita facile. Non potendo contare su una abilità speciale, ha dovuto fare affidamento sulle sue capacità e questo vuol dire usare la testa prima ancora dei muscoli. Questo aspetto gli è stato utile in più di occasione, trovando soluzioni innovative a problemi e ostacoli, come nella prima prova del festival sportivo dove giocando d’astuzia è riuscito ad arrivare primo, superando e sorprendendo i più forti, Bakugo e Todoroki.
AVERE UNA STRATEGIA
Questo punto è direttamente collegato con il precedente, Midoriya è un’ottimo stratega, la sua abilità di osservazione e di analisi sviluppata in anni gli permettono di elaborare piani e tattiche per il raggiungimento dei suoi obbiettivi, non facendo affidamento solo sulle proprie abilità fisiche, come spesso fanno i suoi compagni. Avere una buona strategia consente di valutare i pro e i contro di ogni azione e individuare quella più adatta alla situazione per arrivare alla meta.
ESSERE COMPRENSIVI
Si giudica troppo dall’apparenza, se si scava più affondo ci si accorge che spesso quello che si pensava riguardo qualcosa o qualcuno era sbagliato. Midoriya dimostra di essere comprensivo nei confronti di chi a intorno, di non fermarsi alla apparenze e giudicare troppo facilmente i comportamenti degli altri. Questo è quello che gli permette di sopportare gli atteggiamenti scontrosi e sfidanti di Bakugou, perché vede sotto di essi la reale essenza del ragazzo, orgoglioso e timoroso di rimanere indietro o ancora di capire che sotto l’aspetto freddo e distaccato di Todoroki si nasconde un trauma.
ESSERE ALTRUISTI
Se uno dei problemi di oggi è il pregiudizio, un altro è l’egoismo. Midoriya insegna ad essere altruisti, il suo ideale di giustizia lo porta ad aiutare gli altri senza riserve, a pensare più agli altri che a sé stesso. Senza togliere che una sana quantità di egoismo è necessaria per la sopravvivenza, bisogna però tener conto che non si è soli e che non si può sapere cosa gli altri stanno passando. Questo punto si collega al precedente, Midoriya lo dimostra nei confronti di Todoroki, arrivando a rinunciare alla vittoria nello scontro contro di lui al festival sportivo e a spezzarsi tutte le ossa delle braccia pur di aiutare il compagno di scuola a superare il suo trauma e a convincerlo ad accettare la parte di sé legata al padre.
ACCETTARE I PROPRI LIMITI
Essere intelligenti vuol dire anche sapere quando è il momento di mettere un punto e fermarsi. Questo il giovane Izuku lo apprende con il tempo e con l’aiuto del suo mentore. Testardo all’inizio, nonostante la sua condizione di essere umano privo di abilità, non si arrende di fronte all’impossibilità di realizzare il suo sogno. Non arrendersi è importante per non lasciarsi abbattere al primo piccolo ostacolo ma comporta il rischio di illudersi, questo Midoriya lo capisce quando per colpa sua Bakugou viene coinvolto nell’attacco di un villain. Accettare i propri limiti però significa anche individuarli per poterli superare come quando Izuku capisce che non deve imitare All Might ma trovare un suo stile di combattimento che sia adatto alla sua fisicità. Lo stesso All Might fornisce un’altra chiave di lettura di questa lezione quando al suo giovane allievo spiega che non si possono salvare tutti, è ciò che dice anche il Capitano Steve Rogers ad una sconvolta Wanda Maximoff dopo l’incidente di Lagos in Civil War. L’obbiettivo non è salvare tutti ma salvare quante più persone possibile e soprattutto imparare a convivere con i propri limiti e fallimenti o la prossima volta non si salverà nessuno.