L’horror è un genere letterario, cinematografico e videoludico che nel corso degli anni ha visto alti e bassi. Nella letteratura era difficile trasmettere al lettore sensazioni come paura, angoscia e terrore. Ci riuscivano spesso solo grandi maestri come Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft.
L’avvento del cinema diede una grande spinta a questo genere, che pian piano si fece largo anche nell’industria videoludica. Se siete quindi gamers e fan dell’horror in tutte le sue forme, in questo articolo vi propongo sette videogiochi da giocare almeno una volta nella vita.
Until Dawn
Il mio preferito in assoluto, caratterizzato dal più classico degli incipit: un gruppo di otto ragazzi che, dopo la misteriosa morte di due loro amiche un anno prima, si riuniscono in un vecchio casale isolato in cima ad una montagna innevata per trascorrere qualche giorno insieme, in memoria dei vecchi tempi. Ben presto la rimpatriata si trasformerà in un gelido incubo.
Caratteristica principale del gioco è la presenza dell’effetto farfalla: nel corso della storia controllerete i vari personaggi, scegliendo per loro le azioni da compiere nelle scene in cui sono presenti. Ogni scelta fatta per loro si ripercuoterà sul proseguo dell’intera storia, spesso con conseguenze disastrose. La presenza di una colonna sonora ben curata, di un’atmosfera costruita in maniera magistrale (con una fotografia veramente impeccabile) e personaggi a tutto tondo con voci e volti noti del mondo del cinema fanno di Until Dawn un vero e proprio film horror interattivo, capace di farvi sentire completamente immersi nella storia. Se vi siete persi questo titolo, dovete recuperarlo assolutamente.
The Evil Within
Un gioco horror che ho scoperto di recente, nato dalla mente di Shinji Mikami, già autore di Resident Evil, un’altro titolo di cui discuteremo a breve. Il gioco ci mette nei panni di Sebastian Castellanos, un detective al quale viene chiesto di indagare su un macabro omicidio di massa in un ospedale psichiatrico. L’indagine sarà solo l’inizio di un incubo senza fine che farà cadere Sebastian (e conseguentemente noi) in una spirale di eventi soprannaturali capaci di terrorizzare e traumatizzare anche il giocatore più coraggioso.
The Evil Within è a mio avviso un titolo estremamente peculiare, pieno di rumori angoscianti, spazi bui e claustrofobici, rivelazioni shock e jump scare molto efficaci. Inoltre il gioco affronta tematiche molto delicate come la malattia, la cura e la schizofrenia, dettagli che rendono il racconto ancor più maturo e travolgente.
Se riuscite a sopravvivere a questo titolo senza diventare pazzi, allora potete cimentarvi anche nel sequel, se ne avete il fegato.
Resident Evil 2 (Remake)
Qui siamo davanti a un videogioco che non ha bisogno di presentazioni. Il primo capitolo di questa saga, uscito su Playstation 1 nel lontano 1996, è considerato uno dei capisaldi del genere horror. Nel 1998 uscì il sequel e l’avventura di Leon e Claire per le strade di Raccon City infestate da zombie terrorizzò e stupì migliaia di giocatori.
A distanza di oltre vent’anni, il remake mantiene lo stesso impatto emotivo, arricchito da un comparto visivo moderno e suggestivo. Tra stazioni di polizia immense, fogne e laboratori segreti, Resident Evil 2 è un gioco horror che riesce sicuramente a lasciare dentro al giocatore un senso di impotenza e tristezza grazie alla sua storia narrata magistralmente e un gameplay mai troppo vecchio. Un classico intramontabile.
Amnesia: The Dark Descent
Un horror ormai un po’ datato (2010), che ridiede slancio al genere in un periodo videoludico risucchiato dai giochi action-oriented. Il gioco ci mette nei panni di Daniel, un giovane ragazzo che si risveglia nel buio delle sale del Castello di Brennenburg senza memoria. Le uniche cose che ricorda sono nome, provenienza e il fatto di essere braccato da qualcosa di soprannaturale.
In Amnesia saremo totalmente disarmati, sia fisicamente che psicologicamente. Il castello nasconde orrori indicibili che infestano le sue stanze e i lunghi corridoi. Gli unici modi di sfuggire ad essi sono accovacciarsi, sgattaiolare nell’ombra e nascondersi, cercando di non scivolare lentamente nella pazzia.
Il gioco è un horror psicologico. Durante le nostre esplorazioni saremo tormentati da visioni di un passato che non ricordiamo e raccoglieremo documenti, lettere e pagine di diario scritte e indirizzate a noi stessi, per delineare meglio i contorni di un torbido racconto gotico ispirato a Poe e Lovecraft. I temi della vulnerabilità e dell’isolamento qui sono portati all’estremo.
Silent Hill 2
Horror angosciante, lugubre, ansioso e paranoico che risale al 2001. Non fatevi ingannare dalla data d’uscita e dalla grafica un po’ vecchiotta, Silent Hill 2 resta tutt’oggi una delle esperienze più terrificanti della storia dei videogiochi.
La storia ti cattura fin dall’inizio, quando il protagonista James Sunderland riceve una lettera di appuntamento dalla defunta moglie, che gli chiede di vedersi nella “radiosa” cittadina di Silent Hill. Una volta arrivati lì vi renderete conto che nulla è come sembra e che anche se credete di sapere come stanno realmente le cose, sarete sempre e comunque smentiti da fatti incredibili che vi sommergeranno mano a mano che sprofonderete in un incubo senza fine.
Alien Isolation
Un horror sci-fi che vanta un universo cinematografico che ha conquistato milioni di spettatori. La storia è collegata agli eventi narrati nella prima pellicola del ’79. Vestirete i panni di Amanda Ripley, costretta a vagare negli oscuri e freddi corridoi di una stazione spaziale, braccata da uno xenomorfo, l’iconico alieno della saga capace di incutere un senso opprimente di persecuzione continua che vi terrà incollati alla sedia e vi farà saltare in più di un’occasione.
Preparatevi dunque ad un’esperienza angosciante, una caccia nella quale voi siete la preda, dove la suspanse e gli effetti sonori toccano vette mai viste e gli attacchi imprevedibili dello xenomorfo vi faranno cadere nel panico più totale.
Outlast
Un videogioco che strizza l’occhio al cinema gore e splatter, specialmente al sottogenere found-footage. In Outlast vestirete i panni di un giornalista che indaga su un manicomio del Colorado, dove pazienti sono stati sottoposti a strane sperimentazioni. La vostra unica arma è una videocamera ad infrarossi, incapace di difendervi dagli orrori a cui assisterete, ma che dona al titolo una sorprendente ed inquietante qualità cinematografica
Con Outlast sperimenterete il puro terrore e un’ansia incontrollabile, amplificati da una visuale in prima persona fortemente immersiva e scene veramente raccapriccianti. Impossibile giocarci con le cuffie e le luci spente.
Bonus: P.T.
Questo titolo merita una menzione speciale. Rilasciato sotto forma di demo giocabile, questo gioco consiste nel loop di un corridoio che si ripete con alcune variazioni: un feto nel lavandino, un frigorifero grondante sangue sospeso davanti alla porta di ingresso, immagini di occhi al posto delle fotografie alle pareti e cosi via. Nel corso del loop i riferimenti sociali (la radio racconta episodi di cronaca legati alla crisi economica) e cinematografici (Eraserhead) si fanno strada nella pancia del giocatore attraverso un malessere che non ha picchi, ma un andamento crescente.
Sopravvivendo a questo interminabile incubo, alla fine viene mostrato un breve filmato che spiega che la sigla del titolo sta per “playable teaser”, cioè teaser giocabile di Silent Hills, opera a cui lavoravano lo sviluppatore Hideo Kojima e il regista Guillermo Del Toro. Tuttavia Silent Hills sarà cancellato a causa della rottura tra Konami e Kojima. La software house rimosse poi P.T. dal PlayStation Store.
La demo rappresenta la traccia di un gioco leggendario, che però non ha mai visto la luce. Un vero peccato.