“Sono un orsetto dalla mente molto semplice, le parole lunghe mi infastidiscono”
(Winnie the Pooh)
Winnie the Pooh, il famoso orsetto dal pelo giallo, la maglia rossa e goloso di miele che tutti ormai conoscono, sta per arrivare nelle sale in versione live action. Da domani 30 agosto infatti Pooh e tutti i suoi amici del Bosco dei 100 Acri approderanno nei cinema italiani, mentre dallo scorso 3 Agosto sono già in quelli americani.
WINNIE THE POOH E IL BOSCO DEI CENTO ACRI
Pooh, nasce dalla mente dello scrittore britannico A.A Milne come protagonista delle fiabe della buona notte che lui stesso raccontava al figlio Christopher, il bambino a cui appartiene l’orsetto anche nei racconti. Compare per la prima volta nel 1926, anno di pubblicazione dell’omonimo libro che è subito un successo di pubblico e critica.
Lo straordinario successo di Winnie porta presto lo scrittore ad ampliarne l’universo con nuovi personaggi quali Tigro, Pinpy, Uffa, Hio, Kanga e Ro. Alla morte di Milne, i diritti delle opere vengono acquistati dalla Disney che da vita ad una nuova serie di racconti, trasformando quelli dello scrittore nella serie classica di Winnie the Pooh. I pupazzi originali sono attualmente esposti alla Donnely Library Center di New York. Winnie è oggi un’icona nel mondo Disney, nonchè personaggio più redditizio.
Pooh, come orso, non è il primo a mettere le zampe sul grande schermo. Prima di lui infatti, molti altri personaggi pellicciati hanno fatto la loro comparsa, dal Libro della Giungla a Koda Fratello Orso, da Yoghi a Ribelle the Brave. Ogni film mostra un diverso aspetto della figura dell’orso, attorno a cui ruotano diversi miti e storie.
IL TOTEM DELL’ORSO
L’orso è una figura polivalente e ambivalente, nel senso che gli vengono attribuiti diversi significati e simbologie, spesso, se non sempre, in contrapposizione tra loro.
Un primo significato che gli può essere attribuito è quello dell’amore. Il pensiero va dunque immediato al film Koda Fratello Orso, che ruota interamente intorno ad una prima serie di significati attribuibili alla figura dell’orso, quali quello dell’amore appunto, nelle sue varianti di amore fraterno, materno e più generalmente familiare.
Il film ruota attorno alle vicende di Kinai, giovane Inuit che riceve, come vuole la tradizione del suo popolo, una volta arrivati alla maggiore età, il suo totem che lui si aspetta rispecchi quelle che ingenuamente pensa siano le sue qualità, la forza o il coraggio e rimane deluso quando invece alla fine del rituale, l’anziana saggia della tribù gli affida il totem dell’orso, ovvero dell’amore. Saranno la perdita del fratello a causa dell’attacco di un orso, l’incontro con il piccolo cucciolo Koda e la sua avventura sotto-forma dell’animale a farlo veramente maturare e comprendere il significato del suo totem.
Il culto dell’orso come dio, padre, fratello, figlio e amico è tipico sia di popoli occidentali che orientali, come i Pelle rossa d’America, gli indiani, i greci, i popoli celtici e germanici. Sono un esempio gli stessi inuit, il popolo di Kinai, che insieme agli Yupik sono i due gruppi principali in cui sono divisi gli “eschimesi”, nome che identifica i popoli che vivono nell’artico.
L’ ALTRA FACCIA DEL TOTEM
Quello che Kinai non sapeva è che se da un lato l’orso è simbolo di amore, maternità e fratellanza, dall’altro rappresenta anche la forza, ma soprattutto la ferocia e l’aggressività che sono i tratti evidenziati nel film Disney Ribelle the Brave.
Ribelle the Brave narra la storia di Merida, giovane principessa di un clan scozzese, coraggiosa, ribelle, sognatrice, abile arciere che non ci sta a rimanere incastrata nel ruolo rigido di principessa ed erede come sua madre voleva, e che nel tentativo di farle cambiare idea, chiede aiuto ad una strega intagliatrice che le offre una pozione magica. Merida somministra alla madre la pozione con un dolce, ma invece di farle cambiare idea, le fa cambiare aspetto, trasformandola. La storia di Merida si intreccia con quella di Mor’du, un pericoloso e feroce orso nero che si scopre essere un guerriero che, tempo addietro, per acquisire la forza e la ferocia necessaria per vincere una guerra, fece esattamente come Merida, ottenendo come risultato la metamorfosi in un incontrollabile e mostruoso orso.
Il film si basa sulle tradizioni nordiche secondo le quali i guerrieri dei popoli nordici, come anche i Vichinghi, vestivano di pelli di orso, e non solo ma anche di lupi e cinghiali, ed eseguivano sconosciuti rituali per acquisirne le caratteristiche. Ne sono un esempio i Bersekir o Berseker (dal germanico Berr che significa Orso), popolo di feroci guerrieri devoti ad Odino che vestivano di pelli e che prima di una qualsiasi battaglia entravano in uno stato mentale di furia che gli permetteva di non sentire dolore ed avere una grande resistenza.
Dunque i lungometraggi di Kinai e Merida mettono in luce la dicotomia della figura dell’orso, come simbolo di amore familiare e furia primitiva, che ha attraversato tempi e luoghi diversi e che qui si è cercato di semplificare.
Un’ulteriore significato attribuito all’orso viene dalla Chiesa che ne fa simbolo di gola e qui il pensiero corre al piccolo Winnie, goloso di miele e a Yoghi, l’orso grizzly del parco di Yellowstone, approdato al cinema in versione live action nel 2011, irresistibilmente attratto dai cestini da picnic, o ancora Paddington e il suo amore per la marmellata. Si pensi anche a Baloo del Il Libro della Giungla, che con il suo “Stretto e indispensabile” da un’altra veste all’ orso come simbolo di indifferenza e pigrizia.
DA TEDDY BEAR A TEDDY THE GUARDIAN
Per concludere, come si è appena visto l’orso cela dietro di sé una moltitudine di significati, che trasformano anche il gesto semplice di donare un orso di peluche, il quale diviene augurio di amore e al tempo stesso di forza. Tra l’altro si cela un’interessante storia anche dietro l’ormai conosciuto orsacchiotto per bambini, che appena nato prendeva il nome di Teddy Bear, dal presidente americano Theodore Roosevelt che aveva il passatempo di andare a caccia. Si narra infatti che nel 1902, durante una battuta di caccia, gli uomini del presidente catturarono un orso, così che poi lui potesse ucciderlo, ma che di fronte ai versi agonizzanti dell’animale il presidente desistette, affermando che ucciderlo in quelle condizioni non sarebbe stato sportivo. L’animale fu poi abbattuto per evitargli ulteriori sofferenze. La stampa ribattezzò l’orso Teddy e questo divenne anche il nome della linea di giocattoli aperta dalla società Ideal Toy Company dei coniugi Michtom sulla scia del successo della storia del presidente.
Oggi Teddy è diventato anche uno strumento medico. Nel 2013 due imprenditrici croate inventano il Teddy the Guardian, un orso di peluche dotato di sensori, posti nelle zampe e nelle orecchie, in grado di captare dati come pressione sanguigna, temperatura, battito cardiaco del bambino senza procuragli stress, come accade in una normale visita pediatrica. In questo modo i medici riescono a ottenere dati non alterati e formulare così diagnosi più corrette, mentre i genitori possono tenere sotto controllo il proprio bambino costantemente e facilmente, poiché i dati sono immagazzinati e gestibili tramite un’apposita app.
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